"Io non racconto affatto la mia Terra; si racconta da sola quella. La Barbagia non va raccontata, respirata semmai..."
Silvia Contu
venerdì 29 gennaio 2010
mercoledì 27 gennaio 2010
lunedì 25 gennaio 2010
L’orto di Ti’Angiullina
E l’orto di Ti’Angiullina! Quello non era un orto, era un giardino, era un luogo come dicono sia il Cielo, dove dicono che c’è ogni cosa bella ma nessuno l’ha mai vista, per questo le cose del Cielo non hanno nome, non hanno bisogno di nome perché sono le cose di Dio. Tu sei mai entrato nell’orto di Ti’Angiullina? (No? E tu, e tu, e tu? No? Io sì. L’orto di Ti’Angiullina era chiuso con un muricciolo basso e pali piantati sul muro e tra un palo e l’altro era stesa una “cerda”, uno di quei graticci di “cadumbu” che i contadini mettono sul carro intorno alle sponde quando trasportano la paglia, ma grande, questa “cerda”, anzi erano molte, lunghe, io non so quante “cerdas” c’erano volute per recingere l’orto di Ti’Angiullina. Cento, almeno, o mille. Perché non so nemmeno quanto fosse grande l’orto di Ti’Angiullina, e se fosse situato davvero tra la via de Is Arenadas e il suo cortile, non sono nemmeno tanto sicuro che fosse in Biddanoa, forse non era nemmeno in Cielo ma in qualche altro luogo che nemmeno Dio sa dov’è. Però io volevo vedere l’orto di Ti’Angiullina, l’orto che non aveva visto mai nessuno. E un giorno ero salito sul muretto, e con un coltellino avevo cercato di fare un buco nella “cerda”. Ma era apparsa Ti’Angiullina ed io ero sceso dal muricciolo, vergognoso, e mi ero fermato davanti a lei col coltellino in mano. Ti’Angiullina era zoppa, aveva una gamba più corta dell’altra e camminava col bastone, un bastone come quello del dottore, ma di “arrideli”. Ti’Angiullina portava la scriminatura in mezzo, se ne vedeva un pezzetto da sotto il fazzolettone color caffè. I denti di Ti’Angiullina erano grandi come pale di forno, ma bianchi come la neve, e quando rideva sembravano lucenti. Ma Ti’Angiullina non rideva quasi mai a bocca aperta, rideva a bocca chiusa, con gli occhi. La bocca di Ti’Angiullina era grande, ma le labbra non erano rosse né
grosse, erano dello stesso colore del viso, del colore della luna. A volte le labbra di Ti’Angiullina s’increspavano appena, questo voleva dire molte cose. Ti’Angiullina mi aveva guardato ed io avevo chiuso il coltellino e glielo avevo dato. Essa l’aveva preso e il coltellino era scomparso. Allora Ti’Angiullina mi aveva preso per mano ed io avevo camminato al suo fianco fino alla porticina dell’orto. La porticina era anch’essa fatta di “cadumbu” come la “cerda” che recingeva l’orto. Ti’Angiullina aveva allungato la mano e la porticina si era aperta. Eravamo entrati e la porticina si era richiusa, da sola. Adesso Ti’Angiullina non era più zoppa, non portava più il bastone e camminava senza toccare terra, nell’aria. Ed io con lei, che mi teneva per mano. Quant’era bella Ti’Angiullina, adesso, io non sapevo cosa guardare, lei o le cose che mi mostrava, le cose che non aveva visto mai nemmeno Dio. “Questo è un frutto pieno di succo e di suono” mi diceva, ed io sentivo in bocca un sapore sconosciuto, dolce, ma con altri sapori in più, più buoni, e nelle orecchie un suono, un suono, doveva essere quello che sentono gli angeli. E i fiori non erano fiori, erano alberi, no, non erano alberi, perché non avevano né tronco né foglie, i fiori erano colore e basta, e riempivano il cielo quanto era alto, ed il cielo era fatto di colori e di fiori, ed era tutto un fiore, grande, che non conosceva notte. Io non so quanto tempo ero rimasto nell’orto di Ti’Angiullina. Ma quando stavamo per uscire, vicino alla porticina Ti’Angiullina si era fermata ed era tornata zoppa, col bastone. Aveva abbandonato la mia mano e si era inchinata: “Cos’è quest’erba verde che sta raccogliendo, Ti’Angiullina?”, le avevo detto. “Questa? È prezzemolo, Ninneddu. Devo farmi la cena”. Mi aveva preso di nuovo per mano ed eravamo usciti in cortile. Mi aveva guardato con quegli occhi sorridenti, le labbra increspate: “Vai, adesso: mamma starà in pensiero”. Non l’ho trovato più in nessun luogo, l’orto di Ti’Angiullina, per quanto l’abbia cercato.
Benvenuto Lobina, Po Cantu Biddanoa, ILISSO
grosse, erano dello stesso colore del viso, del colore della luna. A volte le labbra di Ti’Angiullina s’increspavano appena, questo voleva dire molte cose. Ti’Angiullina mi aveva guardato ed io avevo chiuso il coltellino e glielo avevo dato. Essa l’aveva preso e il coltellino era scomparso. Allora Ti’Angiullina mi aveva preso per mano ed io avevo camminato al suo fianco fino alla porticina dell’orto. La porticina era anch’essa fatta di “cadumbu” come la “cerda” che recingeva l’orto. Ti’Angiullina aveva allungato la mano e la porticina si era aperta. Eravamo entrati e la porticina si era richiusa, da sola. Adesso Ti’Angiullina non era più zoppa, non portava più il bastone e camminava senza toccare terra, nell’aria. Ed io con lei, che mi teneva per mano. Quant’era bella Ti’Angiullina, adesso, io non sapevo cosa guardare, lei o le cose che mi mostrava, le cose che non aveva visto mai nemmeno Dio. “Questo è un frutto pieno di succo e di suono” mi diceva, ed io sentivo in bocca un sapore sconosciuto, dolce, ma con altri sapori in più, più buoni, e nelle orecchie un suono, un suono, doveva essere quello che sentono gli angeli. E i fiori non erano fiori, erano alberi, no, non erano alberi, perché non avevano né tronco né foglie, i fiori erano colore e basta, e riempivano il cielo quanto era alto, ed il cielo era fatto di colori e di fiori, ed era tutto un fiore, grande, che non conosceva notte. Io non so quanto tempo ero rimasto nell’orto di Ti’Angiullina. Ma quando stavamo per uscire, vicino alla porticina Ti’Angiullina si era fermata ed era tornata zoppa, col bastone. Aveva abbandonato la mia mano e si era inchinata: “Cos’è quest’erba verde che sta raccogliendo, Ti’Angiullina?”, le avevo detto. “Questa? È prezzemolo, Ninneddu. Devo farmi la cena”. Mi aveva preso di nuovo per mano ed eravamo usciti in cortile. Mi aveva guardato con quegli occhi sorridenti, le labbra increspate: “Vai, adesso: mamma starà in pensiero”. Non l’ho trovato più in nessun luogo, l’orto di Ti’Angiullina, per quanto l’abbia cercato.
Benvenuto Lobina, Po Cantu Biddanoa, ILISSO
sabato 23 gennaio 2010
Altro che wikipdia...
Questa si che è una enciclopedia... c'è solo da imparare...
http://www.youtube.com/watch?v=Se7JsHHaGzw
http://www.youtube.com/watch?v=Se7JsHHaGzw
ok !
Sotto con le storie ! Non fate i timidoni ! Il tuo territorio... raccontacelo con un SMS! 3466673565 p.s. 140 caratteri circa, ok ?
mercoledì 20 gennaio 2010
Per chi non sa ancora chi siamo !
Dal progetto del Sistema Turistico Locale della Provincia di Cagliari, nasce Storie di Strade. Per raccontare il territorio con le storie dei viaggiatori e degli scrittori del passato, e con quelle di chi lo vive e lo visita oggi.
Sotto con le storie !
Il tuo territorio... raccontacelo con un SMS! 3466673565
p.s. 140 caratteri circa, ok ?
Sotto con le storie !
Il tuo territorio... raccontacelo con un SMS! 3466673565
p.s. 140 caratteri circa, ok ?
lunedì 18 gennaio 2010
mi sa proprio di si ... !
Troppa politica nella cultura e poca cultura nella politica. Semplice. Siamo noi i primi a "nascondere la cultura sarda..."
Jaime
Jaime
venerdì 15 gennaio 2010
Non fate i timidoni !
Sotto con le storie !
Il tuo territorio... raccontacelo con un SMS! 3466673565
p.s. 140 caratteri circa, ok ?
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mercoledì 13 gennaio 2010
mica male, eh ?
Visto che siamo in periodo di carnevale...
http://www.youtube.com/watch?v=Yl88mr_H71E
http://www.youtube.com/watch?v=Yl88mr_H71E
domenica 10 gennaio 2010
Ok. ci conto !
Non mi sento affatto in una isola; penso più ad uno spazio aperto. Se passerai a San Gavino e mi incontri capirai il perchè...
Davide Sanna ;)
Davide Sanna ;)
sabato 9 gennaio 2010
giovedì 7 gennaio 2010
C'è tanto da dire , he ?!
Ok, sappiamo tutti di Villanovatulo, il paese di 1200 abitanti più bello del mondo, però anche Lollove non scherza...
Guardate un pò 'sto video !
http://www.youtube.com/watch?v=8StIHyi4ubM
C'è tanto da dire , he ?!
Guardate un pò 'sto video !
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C'è tanto da dire , he ?!
Per chi non sa ancora chi siamo !
Dal progetto del Sistema Turistico Locale della Provincia di Cagliari, nasce Storie di Strade. Per raccontare il territorio con le storie dei viaggiatori e degli scrittori del passato, e con quelle di chi lo vive e lo visita oggi.
Sotto con le storie !
Il tuo territorio... raccontacelo con un SMS! 3466673565
p.s. 140 caratteri circa, ok ?
Sotto con le storie !
Il tuo territorio... raccontacelo con un SMS! 3466673565
p.s. 140 caratteri circa, ok ?
lunedì 4 gennaio 2010
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