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sabato 12 dicembre 2009

Capitolo 3.


I baffi del controllore.
Dopo aver poggiato le orecchie sui binari come un cowboy impolverato, proseguiamo il tragitto del trenino verde. Ora ci godiamo i paesaggi incontaminati. Come? Già li conosci? Hai già visto questi scenari? Tze! Ma non come me.
Sei mai salito sul tetto del trenino verde? Hai mai fatto un viaggio sdraiato sul tetto del trenino verde? Io si.
È capitato almeno 5, 6 o cento volte e sempre nello stesso modo:
- Scusi controllore, le sono caduti i baffi –
lui si voltava e io sgattaiolavo fuori dal finestrino e subito correvo e saltavo tra una carrozza e l’altra. Non mi sembrava vero. Da quel momento non udivo più clacson, non si vedevano semafori, Auchan, fumi o automobili, scrutavo solo il paesaggio, salutavo le pecore, mi rinfrescavo con i fiumi e le cascate, e i rami degli alberi che il trenino sfiorava cercavano di afferrarmi ma io ero più furbo di loro e non mi lasciavo prendere. Ma quando il treno abbordava i tornanti di Tacchenurri, avevo paura. Là c’era una galleria lunga, buia e abitata da strani topi alati, a quel punto scendevo e continuavo il mio viaggio nella speranza che cadessero di nuovo i baffi al controllore.


sl

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